Mascherine, caschi ed altre sciocchezze in caso di morti sul lavoro

A seguito di un mio post in cui citavo carenze della cultura della prevenzione, ho avuto uno scambio di opinioni con due amici.
L'antefatto. 
Titoli di giornali in cui si faceva dire agli operai della Lamina (l'azienda milanese dove sono morti 4 operai) "Erano riversi a terra senza mascherine. E' inspiegabile, non siamo sprovveduti".
Se gli operai avessero veramente detto questo, ci sarebbe una prima notizia di reato a carico del datore di lavoro per palesi carenze nella formazione degli operai.
La dinamica "suggerisce" una perdita di coscienza per inalazione di gas tossici, o , più probabilmente visto il tipo di ambiente, per carenza di ossigeno.
E la mascherina non serve a nulla, perché non ci sono particelle da filtrare. Invece è l'ossigeno che manca.
Se la mascherina servisse, allora si potrebbe prevenire le morti nel sonno da intossicazione da ossido di carbonio ("da stufette") dormendo con la mascherina.
Non si tratta di concetti complessi, basta riflettere un momento.
Molti ciclisti usano "mascherine" che diventano rapidamente grigie perché fermano (in parte) le polveri sottili. Ma ahimè passala quota di "pm" più piccola e più nociva. E passano tutti gli inquinanti gassosi ed i vapori (ossidi di azoto, vapori di benzina, ecc.)
Ma sui giornali si legge quel che si legge, in questo caso le mascherine, quando qualcuno cade da un ponteggi invece si lamenta la "mancanza del casco!".
Con tutto questo, nulla contro i giornalisti, che sovente lavorano di corsa saltando di palo in frasca.
Ma sicuramente c'è lontananza dal mondo del lavoro. Se ci pensate si parla di lavoro solo in termini di "stipendi" e di "riduzione del cuneo fiscale". 
Da quanti decenni non sentite parlare di lavoro.  In realtà alcune sporadiche eccezioni ci sono se pensate ad alcuni articoli sulle condizioni di lavoro in qualche call center o in alcuni lavori di fatica.... Ma sono eccezioni sporadiche. Così facciamo tutti fatica a sapere come è il lavoro e come sono le condizioni di lavoro.

Il (un) secondo aspetto è un'evidente assenza di cultura della prevenzione. Ed io sono veramente convinto che debba essere insegnata fino dalle scuole elementari (temo che ad oggi siano pochissime le famiglie in grado di farlo prima ...)
La cultura della prevenzione è quella che ti fa guardare alle cose che fai  includendo spontaneamente anche la visione della prevenzione.
30 - 35 anni fa mi capitava realmente di sentirmi dire:
"Non si preoccupi dottore, sappiamo bene quel che facciamo. Non ci è mai successo nulla!"  e questo capita ancora oggi ... 
Oppure "Stai zitto ! Vuoi portar iella?" (si, proprio qui nel profondo nord...). 
E sempre qui i vescovi benedicevano i trattori.  Oggi su questo aspetto un po' siamo andati avanti ed i trattori hanno la "Marcatura CE" al posto della "Marcatura CEI"
D'altro canto Jannacci nel 1975 cantava "Quelli che li io non ho mai avuto un infortunio mortale, oh yeh"
La prevenzione è più un ragionamento che non la sommatoria di complicatissime conoscenze tecniche
Con i bambini  si può coltivare la cultura della prevenzione con tante piccole cose.
Mettendoli sul seggiolino in macchina, badando però di allacciare anche la propria cintura di sicurezza e non solo quella del bambino oppure facendo usare il casco.
Ma si può tornare a vecchi insegnamenti.....
Contare gli spilli che si usano quando si cuce e ricontandoli quando li si toglie.
Mettendo i pentolini sul gas con il manico rivolto all'interno.
Porgendo le forbici senza puntare le lame, ma tenendole per le lame ed offrendo i manici
Potrei fare altri esempi, ma chi ha voglia può scoprirli da solo/a
In ogni caso non vi dirò mai da dove nascono questi spunti.

Qui da noi, invece, si fanno corsi per la prevenzione a lavoratori e talvolta a studenti, parlando di normative funzioni, organizzazioni. Insomma si parla di massimi sistemi e pure in modo molto noioso.
Perché? Perché gli "esperti" parlano di ciò che conoscono.
E questo perché la politica ha incaricato gli esperti di scrivere le regole della formazione. 
E così da lobby nasce lobby e dalle lobbies nasce il bussiness.
E la prevenzione diventa una cosa lontana, difficile, "da addetti ai lavori". E così diventa più facile improvvisare.
Ma la cosa sconcertante e vedere quante poche persone si alzano e dicono "Ma che cazzo ci state raccontando!?!"

Carlo


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